Bullismo: come capire se il proprio figlio ne è vittima
Il bullismo è uno dei temi più attuali: i genitori, molto spesso, non capiscono quali sono i segnali d’allarme, né per quanto riguarda il figlio vittima di bullismo o il figlio “bullo”. Non è strettamente una colpa, perché fin troppo spesso i ragazzi nascondono molti aspetti della loro vita fuori dalle mura domestiche.
Pertanto, approfondire il bullismo è essenziale per capire come rapportarsi con i propri figli. Raramente avvengono tali atti riprovevoli in tenera età, mentre sono in netto aumento gli atti di bullismo tra adolescenti. Quali sono le cause, l’origine del comportamento? E soprattutto come tutelare i propri figli?
Come riconoscere il bullismo?
Alcuni segnali sono molto più esplicativi: racchiudono dei significati reconditi. Magari, il proprio figlio trascorre molte ore nella solitudine, senza ricercare l’affetto o la compagnia dei propri amici. Tende a chiudersi in se stesso, evita di uscire oppure ha un calo drastico nel rendimento scolastico. Sono i primi segnali che qualcosa non va.
In alcuni casi, gli adolescenti bullizzati possono smettere di mangiare oppure avvicinarsi a un disordine alimentare, come l’anoressia o la bulimia. Per quanto le statistiche indichino che i disordini alimentari siano più comuni nelle femmine, in realtà anche i maschi possono soffrirne. Pertanto, è bene fare attenzione a ogni loro gesto. Perché potrebbero chiederci aiuto, senza che ce ne rendiamo conto.
Il bullismo è stato approfondito maggiormente negli ultimi anni. Durante il Novecento, infatti, a partire dagli anni ’70, si è scelto di dare attenzione alle dinamiche scolastiche. Dan Olweus, studioso norvegese, è stato il primo a riconoscere il fenomeno del bullismo a scuola. Estremamente diffuso e difficile sia da comprendere che da combattere, quando il proprio figlio subisce atti di bullismo, inevitabilmente cambia e deve trovare il modo di farsi forza e affrontare il nuovo mondo.
Bullismo, segnali e caratteristiche distintive
I segnali del bullismo sono differenti, ma si osserva tendenzialmente un netto cambiamento nella vita di nostri figlio. Quando si può definire un atto di schermo bullismo? Quando i comportamenti vengono reiterati nel corso del tempo: le azioni offensive dei compagni di classe o di scuola non lo lasciano in pace. Tormentare è purtroppo un’azione comune.
Le caratteristiche distintive dell’atto, indubbiamente, sono sempre le stesse: c’è una sorta di intenzionalità nel ferire l’altro. Il comportamento dura nel tempo. E, purtroppo, c’è anche una sorta asimmetria del potere. Il bullo può esercitare, infatti, influenza psicologica o fisica, a seconda di come sceglie di comportarsi e aggredire l’altro. Si conferma che un bambino o un adolescente è vittima di bullismo nel momento in cui subisce angherie psicologiche o fisiche per un dato periodo di tempo.
Come difendere i propri figli dagli atti di bullismo?
Non possiamo difenderli a scuola, soprattutto se non siamo presenti, ma possiamo insegnare loro il rispetto, la lealtà e l’avere l’enorme coraggio di parlare e non di nascondersi. Se c’è un problema, quest’ultimo va affrontato e non nascosto. Perché tenderà a ripresentarsi con il tempo e lo farà peggio di prima. Se sospettate che vostro figlio sia vittima di bullismo, denunciate.
Un altro tema da avere molto a cuore è il cyberbullismo. Negli ultimi anni, l’importanza di internet è diventata sempre più decisiva. Ma, ecco, ha anche aumentato la portata di un fenomeno che non va sottovalutato: il cyberbullismo, ovvero atti di bullismo online, nel mondo digitale, che possono consistere in insulti o fotografie condivise sui vari Social Network. Prestate sempre la massima attenzione ai vostri figli.
Come aiutare i nostri figli?
L’Osservatorio Nazionale Adolescenza, ogni anno, si occupa delle statistiche di quanti, purtroppo, soffrono di atti del genere. C’è un aumento dei comportamenti aggressivi, quasi legittimati dai genitori talvolta, come se fosse una sorta di affermazione della personalità. Ma non è così. I bulli vanno sempre condannati, non c’è altro modo per educare le giovani menti del futuro.
Aiutare i nostri figli non sarà facile, soprattutto perché chi è vittima di bullismo può sviluppare a sua volta un carattere aggressivo per quanto subito. Come supportare un figlio bullizzato? Prima di tutto, non deve mai reagire agli atti: il bullo vuole subire la rabbia del bullizzato. Questo è un comportamento scorretto. Guida tuo figlio nelle sue relazioni sociali e supportarlo, ma non essere assillante.
Diventa imperativo, a seguito della conoscenza di atti di bullismo nei confronti dei propri figli, parlare ed esporre il problema al consulente scolastico o alla presidenza. Non bisogna mai ritardare l’appuntamento né prendere tempo: i bulli vanno fermati subito, altrimenti, dopo vostro figlio, prenderanno di mira qualcun altro e nessuno potrà educarli o correggerli nel tempo.
Bullo o bullizzato: conosciamo davvero i nostri figli?
La domanda che dobbiamo porci, in quanto genitori, è la seguente: sappiamo chi sono i nostri figli? Talvolta, la risposta può variare. Non è sempre detto che li conosciamo. Anzi, quasi mai profondamente possiamo affermare chi siano davvero. Solo perché li abbiamo dati alla luce, non possiamo scoprire tutte le loro ombre e le luci. Magari siamo tratte in inganno dalla sua personalità e dalle sue buone qualità.
Quando nostro figlio è un bullo, dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo, di assumerci le nostre responsabilità e, sì, all’occasione di aiutarlo e tendergli una mano. Da evitare assolutamente, invece, il supporto alle sue azioni o pensare: ma sì, tanto è un ragazzo, cambierà. Certo, bisognerebbe operare una netta differenza tra un figlio bullo o semplicemente con un carattere difficile. A tal proposito potrebbe tornare utile parlare con i professori a scuola.
L’atto di bullismo e di prevaricazione continua nel tempo? Sembra aver sviluppato un modo di interagire prepotente? Il ruolo della famiglia è importante, sia per prevenire che trattare quanto avviene a scuola. Siamo noi genitori a dover aiutare i nostri figli a capire come comportarsi, ma anche a correggere i loro errori e sbagli e indirizzarli verso un percorso più sicuro e tranquillo. Dobbiamo essere per loro dei fari, per mostrare un cammino illuminato, pieno di rispetto e di amicizia nei confronti degli altri. Per i casi più gravi, si rende necessario sentire il parere di un esperto. Non possiamo fallire: loro sono il futuro, e speriamo un buon futuro.