Figlio preferito: è vero che tutti i genitori ne hanno uno?
Il figlio preferito diventa spesso un’estensione della personalità di uno dei genitori, del padre o della madre: è il futuro della famiglia, in cui sono riposti sogni, speranze e desideri. Ed essere il figlio preferito è un problema, per quanto concerne l’autostima, le aspettative. Sì, i genitori hanno – talvolta – un figlio preferito. Dovrebbero? Non dovrebbero? È una questione spinosa e delicata, da affrontare con le pinze.
Per quanto molti genitori, in realtà, si facciano problemi ad ammetterlo, soprattutto perché considerano una una vergogna questi favoritismi, spesso i figli preferiti sono i più “facili” da gestire. Magari, il rapporto o legame si consolida sin dai momenti dell’allattamento, per la madre; un padre, invece, potrebbe preferire il figlio maschio, per questioni di giochi o qualità del tempo trascorso insieme. Ma sono esempi, perché altri padri, invece, amano le proprie figlie femmine.
Figlio preferito: i genitori ne hanno uno?
Non è un concetto diffusissimo all’interno delle famiglie, ma diventa un problema sul lungo termine: avere un figlio preferito è un istinto a cui talvolta è impossibile rispondere in modo positivo. I prescelti dai genitori, però, sono destinati a causare problemi in modo del tutto involontario. Sì, perché se la preferenza non viene “nascosta o taciuta”, gli altri figli, prima o poi, se ne accorgeranno.
Un tabù che talvolta pone la società: i genitori dovrebbero “annullarsi” per i propri figli, una madre dovrebbe essere solo tale, non una lavoratrice, ma una genitrice. Un padre non dovrebbe preferire nessuno dei figli. Ma siamo umani: frangibili, chi più, chi meno. Talvolta dipende anche dal carattere.
Un genitore potrebbe, sì, rispecchiarsi nel figlio, rivedere se stesso da bambino o bambina, in particolare per quanto concerne difetti o difficoltà. Le somiglianze non vanno sottovalutate: uno dei nostri figli potrebbe effettivamente somigliarci, e non solo dal punto di vista estetico.
Come riconoscere il figlio preferito?
Ci sono dei segnali che indicano che i genitori preferiscono un figlio a un altro? Sono molto spesso sottilissimi: delle domande, alcune risposte, un comportamento preciso. C’è da dire, però, che quando i genitori preferiscono un figlio si sentono automaticamente in colpa. Di conseguenza identificare il preferito non è sempre semplice.
In realtà, i genitori preferiscono tacere questa preferenza, soprattutto per non mostrarsi irrispettosi nei confronti degli altri figli. Le preferenze umane non andrebbero condannate, perché ogni figlio è diverso e migliora la vita dei genitori in modo totalmente differente.
I primogeniti sono i preferiti?
Si tende a credere che i figli preferiti siano i primogeniti e non si è molto lontani dalla realtà. Le attenzioni dei genitori tendono in ogni caso a riversarsi maggiormente sui figli che assomigliano a loro, non dal punto di vista estetico, ma comportamentale. Bisogna però ricordare che i figli non sono uno specchio in cui osservarsi, ma degli individui singoli.
La vita dei genitori cambia quando arriva il primo figlio: c’è molta ansia, stress, preoccupazione, paura di sbagliare. La natura ci insegna a essere madri o padri con il tempo ed è perfettamente naturale non conoscere tutto subito. Ci vuole tempo. E proprio il tempo è il motivo per cui i genitori amano il primogenito: perché ricordano con estremo affetto la prima gravidanza, i primi passi. Tutto è nuovo, diverso, magnifico.
Effetti negativi tra fratelli e sorelle
Naturalmente, se la preferenza è evidente, i fratelli o sorelle del preferito potrebbero riportare alcune conseguenze negative, soprattutto per la crescita o personalità. Si deve partire dall’assunto che ognuno di noi è diverso, reagisce in modo preciso allo stress. E se da una parte c’è chi se ne fa una ragione, dall’altra ci sono fratelli o sorelle che convivono con questa dolorosa sensazione. Perché non è quasi mai una certezza, ma solo un’idea: un tarlo.
Il problema è che sono spesso i genitori a peggiorare la situazione, soprattutto quando non vorrebbero ripercussioni negative. Magari, proprio per non mostrarlo, i genitori cercano di “mettere una pezza” e di non dare a vedere chi sia il figlio prediletto, senza riuscirci. Il favoritismo esiste, non deve essere un tabù né una vergogna e bisogna proteggere i propri figli, per impedire loro di soffrire questo aspetto.
Sindrome dello sfavorito
Che cos’è la sindrome dello sfavorito e come si ripercuote sulla crescita di un individuo? Questa problematica si presenta maggiormente per i secondi figli, in particolare quando i genitori prestano estrema attenzione al primogenito. Talvolta, infatti, il secondo figlio può generare maggiori problemi e scaricare le proprie tensioni nel modo sbagliato, per esempio adottando un comportamento “viziato”.
Molto spesso, invece, il primogenito può diventare “instabile”, sfociando in comportamenti aggressivi, egoisti o addirittura prepotenti nei confronti del fratello o della sorella. È una realtà che va contrastata, ma come? Secondo le statistiche, i secondi figli hanno dunque più probabilità di sviluppare una indole ribelle.
Ovviamente, ci sono casi e casi: occorre infatti analizzare le famiglie, l’aspetto socio economico e culturale, il contesto in cui vivono. Generalmente, bisogna dare affetto e supporto a tutti i propri figli. Se proprio si ha una preferenza, cercate di non renderla un problema, ma anzi un’occasione per migliorare il rapporto con gli altri figli.
Sindrome del figlio di mezzo
È interessante approfondire la sindrome del figlio di mezzo: secondo le statistiche, i preferiti tendono a diventare i primogeniti o gli ultimogeniti. E il figlio o la figlia di mezzo? La sua immagine è spesso “negativizzata” dalla società. Da una parte, c’è il primogenito, che magari è più grande, ha successo, è già sposato o ha ottenuto riconoscimenti.
Dall’altra, c’è l’ultimogenito, che invece diventa il più coccolato e talvolta il prediletto dai genitori. E chi è in mezzo si ritrova a chiedere attenzioni, a raggiungere il successo a fatica, a trovarsi in una sorta di limbo senza alcuna luce. Le dinamiche familiari, comunque, sono molto diverse e cambiano in base a tanti aspetti.
I figli di mezzo non sono mai lasciati a loro stessi: è un falso mito. Non sono dei falliti. Basti pensare ai figli di mezzo più famosi di sempre, come Bill Gates o Charles Darwin. Non sono penalizzati, pertanto, ma devono essere supportati e soprattutto amati.