Paghetta ai figli: come calcolarla? Pro e contro
La paghetta ai figli è un tema molto importante da approfondire: molto spesso, i genitori si trovano in difficoltà a decidere la quantità di soldi settimanali o mensili da dare ai propri figli, in modo tale che possano autogestirsi e imparare l’economia. Ma è giusto dare la paghetta ai bambini? Oppure è meglio iniziare questa abitudine da adolescenti? Come ci si dovrebbe comportare? Qualche consiglio e spunto su come comportarsi a riguardo.
Paghetta ai figli: come si calcola?
A quanto dovrebbe ammontare la paghetta ai figli? E qual è la frequenza con cui noi genitori dovremmo elargire questo piccolo extra? L’obiettivo della paghetta è di responsabilizzare il loro senso del denaro. Devono dunque imparare a gestire i soldi, anche una piccola cifra. È un modo molto utile per avvicinarsi all’economia domestica.
Il denaro è alla base della nostra società, che ci piaccia o meno. Ed è essenziale che i nostri figli possano imparare a gestirlo senza alcuno stress o preoccupazione. Devono sapere come gestire il budget, conoscere il valore di un oggetto o di un’uscita con le amiche e gli amici. La decisione deve essere loro: devono capire come spendere la paghetta e suddividerla in modo tale da farla bastare.
Generalmente, l’ammontare della paghetta va calcolato sull’età dei figli e anche sulle proprie disponibilità economiche. Dovrebbe essere dunque un venirsi incontro: i genitori non devono cedere parte del proprio stipendio, ma stimolare i figli e comunque farli sentire parte dell’economia familiare. Potrebbe essere utile considerare, oltre l’età anagrafica, anche l’età emotiva.
Paghetta ai figli: pro e contro
Il primo vantaggio della paghetta ai figli è di insegnare loro il valore del denaro. Ovviamente, se la finiscono subito, non devono chiederne altri e non dobbiamo cedere, altrimenti capiranno che, una volta terminati, i soldi si “ricreano” per magia. Gestire il denaro non è affatto semplice: sono molti gli adulti che soffrono delle cosiddette “mani bucate”.
Un’abitudine molto in voga in questi anni, che in ogni caso ha radici recenti: nel passato, infatti, raramente gli adolescenti potevano fare affidamento su un piccolo gruzzoletto. Mediamente, si consiglia di iniziare a dare una paghetta intorno agli 11 anni, ma non si esclude che anche i bambini possano ricevere un piccolissimo extra ogni tanto.
La paghetta ai figli va strutturata in modo intelligente. In effetti, qualora non lo si facesse, non si raggiungerebbero gli obiettivi prefissati. Il senso della responsabilità e dell’indipendenza economica va coltivato. Non è facile, non è semplice, ma una volta compreso il meccanismo, dà molta soddisfazione ai genitori.
Paghetta settimanale o mensile?
Un argomento molto spinoso: la paghetta mensile deve essere strutturata in modo che sia “sostanziosa” – pur rimanendo nei limiti del possibile – ma al contempo è la più rischiosa. Una volta ricevuta, i nostri figli si sentiranno immediatamente ricchi, anche se si tratta di poche decine di euro. Il motivo è che, non avendo mai avuto soldi, quei pochi sembreranno loro comunque tantissimi. E potrebbero spenderli tutti. Che cosa fare per prevenire questo problema?
Da una parte, tuttavia, responsabilizzare i figli con una paghetta mensile dovrebbe essere lo step finale. Molti pedagogisti consigliano infatti di iniziare con una paghetta settimanale, in modo tale che possano comprendere come distribuirla in autonomia. Successivamente, si può pensare a un introito mensile, premiandoli per la loro autonomia. Una volta imparato il valore degli oggetti e delle uscite, sarà molto più semplice per i ragazzi mettere addirittura anche qualcosa da parte. Ed è importante che capiscano che quei soldi non sono “regalati”, ma che provengono dai sacrifici e dal sudore dei genitori.
Perché dare la paghetta ai figli?
Rispetto agli altri paesi europei, in Italia tendiamo a dare una paghetta solo ed esclusivamente durante l’età adolescenziale. Ma negli ultimi anni questo aspetto sta cambiando e anche i bambini possono fare affidamento su qualche soldo extra per comprare balocchi o dolciumi.
Nel resto del mondo, la paghetta è intesa come un vero e proprio insegnamento ed è da prendere sul serio. Ricordate che in ogni caso va sempre proporzionata sulla base della loro capacità di gestire il denaro. È inutile dare loro troppo, soprattutto se lo spendono subito: potrebbe rivelarsi dannoso per il futuro.
Inoltre, non va intesa mai come una punizione né deve diventarlo in futuro. È uno strumento utilissimo per insegnare ai propri figli il valore dei soldi, dei sacrifici e del lavoro. Nel momento in cui decidete di iniziare la pratica, sedetevi a tavola e discutete dei soldi: rispondete sinceramente alle loro domande. Insegnate loro che i soldi non crescono sugli alberi, ma che vanno sempre guadagnati.
Cosa fare se i figli spendono tutta la paghetta subito?
Può capitare, effettivamente, che i nostri figli, pochi giorni dopo aver ricevuto la paghetta settimanale o addirittura mensile, spendano tutto subito, magari per un gioco o per un oggetto che desideravano. Come comportarsi? Non bisogna cedere, altrimenti purtroppo non impareranno mai. Certo, se hanno bisogno di denaro per mangiare durante la ricreazione a scuola, è sacrosanto. Ma l’obiettivo rimane sempre la responsabilizzazione: per gli extra, dovranno attendere la settimana prossima o il mese successivo.
Cosa fare se i loro amici hanno una paghetta più sostanziosa?
I loro amici hanno una paghetta migliore? Non sentitevi in difetto né aumentate il budget. Se lo avete stabilito, probabilmente è quella la vostra disponibilità. Non sentitevi nemmeno a disagio. Gestire i propri figli non è mai facile, ci sono sempre mille aspetti da considerare. E non tutti hanno le stesse disponibilità economiche. Sentitevi comunque orgogliosi e fieri di quel che date loro, anche se poco, perché proviene dal vostro cuore.
Paghetta e rinforzo positivo: quando è giusto?
Il rinforzo positivo è da sempre un metodo di educazione – giusto o sbagliato, non entriamo nel merito – ma quando è il caso di aumentare la paghetta o dare un extra? Risultati scolastici, aiuti in casa, successi personali: sono molte le occasioni in cui i nostri figli ci rendono fieri. E subito mettiamo le mani al portafoglio, come per ricompensarli dello sforzo. Talvolta, dovremmo evitare, mentre in altri casi è assolutamente giusto premiare i figli per i risultati ottenuti.